O Saturno, che mi lasciasti orfano,mi lasciasti sulla salitaper essere padre e figlio di me stesso.
Non tutti sanno che dietro un nome c’è un destino. Io lo scopro nei miei fallimenti, nel cammino dell’eroe che ho percorso senza guida. Orfano di un mentore, ho imparato che il viaggio non può compiersi senza una voce che ci preceda. Così ho creato Ettore Alpi.
Ettore Alpi non è soltanto un nome. È un sigillo, una porta, un’ombra e una luce insieme. È il mio doppio, il mio vero nome è il suo mentore silenzioso, Lui è il volto pubblico della mia anima creativa. Dietro le quinte, io porto il mio vero nome. Lì coltivo le radici. Sul palcoscenico, Ettore Alpi prende vita, come un guerriero chiamato alla prova. Antonio De Curtis e Totò non sono stati che un esempio di questo miracolo: separare la carne dal mito, l’uomo dal personaggio.
Enzo P. è il mentore di Ettore Alpi |
Il mio nome vero è il custode. Ettore Alpi è l’eroe. Due nomi, due percorsi, un’unica anima. Sui social, questa distinzione è un rito: LinkedIn custodisce la mia identità reale, mentre il resto del mondo accoglie Ettore Alpi. Così creo una danza segreta, una relazione tra ciò che sono e ciò che posso diventare.
Questo sdoppiamento non è fuga, è evoluzione. È una scelta di coraggio. È liberare se stessi dal peso del passato. È trasformare una ferita in una leggenda. Io sono l’uomo dietro le quinte, Ettore Alpi è la storia che racconto. E insieme, camminiamo verso un destino che ancora non conosciamo.
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