Ira di Dio: quando uno Stato si fa rispettare

L’estate del 1972 doveva essere un momento di festa e celebrazione per il mondo intero. I Giochi Olimpici di Monaco promettevano sport, fratellanza e pace tra le nazioni. Ma il 5 settembre, quell’atmosfera di gioia venne distrutta da un evento che sarebbe rimasto impresso nella memoria collettiva: un gruppo di terroristi palestinesi dell’organizzazione Settembre Nero irruppe nel villaggio olimpico e prese in ostaggio undici atleti israeliani. La tragedia si concluse con la morte di tutti gli ostaggi e di un poliziotto tedesco, e il mondo rimase scioccato, impotente di fronte a tanta brutalità.


In Israele, il dolore si trasformò rapidamente in rabbia e determinazione. La premier Golda Meir, con la sua ferrea volontà e il senso di responsabilità verso il suo popolo, prese una decisione che avrebbe segnato un’epoca: autorizzare il Mossad a rintracciare e colpire, ovunque si trovassero, i responsabili dell’attentato. Non si trattava di una vendetta cieca, ma di una risposta calcolata e sistematica, una dichiarazione chiara al mondo che uno Stato può farsi rispettare anche di fronte al terrore internazionale.

Il Mossad si mise subito all’opera. Gli agenti, addestrati a muoversi come ombre, iniziarono una caccia spietata che attraversò città europee e mediorientali. Lisbona, Parigi, Atene, Roma: nessun luogo era troppo lontano, nessuna strada troppo sicura. Ogni movimento dei terroristi veniva seguito, ogni contatto controllato, ogni dettaglio annotato. Quando il momento era giusto, l’azione era fulminea e precisa: esplosioni calibrate, colpi mirati, sparizioni improvvise. Nessuno dei membri di Settembre Nero poteva sentirsi al sicuro.

L’operazione durò anni, tra missioni segrete e tensioni diplomatiche. Molti attacchi rimasero nascosti all’opinione pubblica, e le notizie trapelavano solo come voci o rapporti riservati. L’Ira di Dio divenne così non solo una caccia ai colpevoli, ma una dimostrazione del potere di uno Stato deciso a difendere la propria dignità. In Israele fu accolta come giustizia necessaria; in Europa, alcuni governi guardavano con preoccupazione quegli omicidi clandestini, temendo per la sovranità dei propri territori e per la legalità internazionale.

Il Mossad dimostrò di saper colpire con precisione chirurgica, ma lasciò dietro di sé una scia di ombre, paure e dilemmi morali. La vendetta poteva essere giustificata, ma il prezzo era alto: vite umane perse, tensioni internazionali crescenti, un senso di inquietudine che attraversava le strade delle capitali europee.

Oggi, a decenni di distanza, l’Ira di Dio resta una pagina indelebile della storia contemporanea. Non è solo un racconto di vendetta, ma la testimonianza di come uno Stato possa affermare il proprio rispetto e la propria sicurezza con mano ferma, anche nelle situazioni più oscure. È la storia di un’azione implacabile, segreta e decisiva, dove giustizia e vendetta si intrecciano, e dove la determinazione di pochi può cambiare il corso della storia.

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