Alle pendici del Vesuvio, a pochi chilometri da Napoli, c’è un borgo che per anni è stato scambiato quasi per un’invenzione. Pollena Trocchia, con il suo nome doppio e suggestivo, è infatti diventata parte del folklore campano anche grazie alle battute popolari. Non era raro, un tempo, che chi dichiarava di provenire da lì ricevesse come risposta: “Fai la persona seria, dimmi da dove vieni”. Sembrava incredibile che un paese dal suono così particolare potesse davvero esistere.
Eppure Pollena Trocchia non solo esiste, ma custodisce una storia antica e affascinante. Nata dall’unione di due casali, ha visto il passaggio di Etruschi, Sanniti e Romani.
Nel 1988, durante lavori edilizi, è riemerso un complesso termale romano, con ambienti e fornaci che raccontano la vita quotidiana dopo l’eruzione del 79 d.C. e che oggi costituiscono un importante sito archeologico. Il cuore religioso del paese è invece la chiesa di San Giacomo Apostolo, legata alla leggenda secondo cui il santo avrebbe fermato una colata di lava diretta verso il borgo.
Accanto alla storia, ci sono i racconti popolari che hanno dato a Pollena Trocchia un’aura sospesa tra realtà e mito. Si parla del “sindaco fantasma”, che nessuno vedeva mai in piazza, e delle schermaglie tra i due casali originari: i pollenesi orgogliosi della loro antichità e i trocchiani che ribattevano con ironia, “meglio appendici che fantasia”. Nel bosco del Carcavone, poi, si narra della statua d’oro di San Martino sepolta dal fango, una leggenda che continua ad affascinare gli abitanti.
Visitare Pollena Trocchia oggi significa passeggiare tra antiche ville nobiliari e palazzi storici, scoprire un patrimonio culturale che affonda le radici nella storia vesuviana e respirare l’atmosfera di un luogo che ha saputo trasformare le sue leggende in identità. Chi arriva qui può dedicarsi alla scoperta delle terme romane, assaporare i prodotti tipici della cucina campana come il vino Lacryma Christi e le albicocche del Vesuvio, e magari partire per un’escursione naturalistica verso il cratere.
Non mancano le feste popolari, come quella di San Giacomo a luglio, che riempie le strade di processioni, musica, fuochi e mercatini, trasformando il paese in un palcoscenico di colori e devozione. E se capita di ascoltare ancora oggi una battuta su Pollena Trocchia, sarà solo il segno che questo borgo continua a vivere in un equilibrio particolare: reale e al tempo stesso immaginario, storico e leggendario, capace di sorprendere chiunque si avventuri a scoprirlo.

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