Torna Re Vittorio! Ma solo se l’Italia esplode: guida semiseria alla restaurazione impossibile

Ogni tanto ritorna. Come la peperonata alle tre di notte.

L’idea che in Italia si possa tornare alla Monarchia affascina nostalgici, complottisti, aristocratici in cerca di stipendio e, perché no, anche qualche studente di diritto annoiato.

Ma è possibile davvero?

Cioè, possiamo svegliarci domani con un nuovo Re, magari eletto su Instagram, mentre il Quirinale si trasforma in castello medievale con i cavalli che galoppano su Via Nazionale?

La risposta breve è: no, tranquilli.

La risposta lunga è: no, ma… dipende da quanto grosso è il casino.


La Costituzione ha detto "mai più corona"

Scolpito nel marmo e nel cuore dei costituzionalisti c’è l’articolo 139:

   “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.”

Tradotto: non ci sono voti, referendum, sondaggi, petizioni o tweet che tengano. Se ti piace la Monarchia, puoi collezionare francobolli o guardare “The Crown”.

Nemmeno se il 99,9% degli italiani decidesse oggi di votare per un Re TikToker: non si può fare. Il massimo che ottieni è una monarchia... su Minecraft.


A meno che... non succeda l’apocalisse

E qui arriva il bello. Perché se il ritorno della Monarchia è impossibile per legge, non è detto che sia impossibile per realtà.

Ci sono tre modi per rimettere la corona in testa a qualcuno. Tutti implicano che lo Stato italiano, così com’è, schiatti.


1. Colpo di Stato: il metodo “salutiamo i generali”

Qualcuno si sveglia male, prende il controllo del potere con i carri armati, scioglie il Parlamento, spegne la Rai (ops, magari no) e impone un nuovo Re.

 Possibilità: 0,0001%

Rischi: guerra civile, sanzioni ONU, ritorno di Emilio Fede in TV.


2. Rivoluzione: il metodo “pane, lavoro e sangue blu”

Il popolo insorge, prende forconi e social, caccia l’intera classe dirigente e chiede a gran voce: “Vogliamo il Re!”.

Magari uno giovane, social, con laurea finta ma sorriso vero.

> Possibilità: 0,01%

Rischi: finiamo come in “Borat 3”, ma più disorganizzati.


3. La dissoluzione dello Stato: il metodo “ciascuno per sé, Dio per tutti”

Questa è la più raffinata. Lo Stato italiano si sbriciola da solo, tipo frollino nel cappuccino:

  • Regioni che vogliono l’indipendenza
  • Crisi istituzionali a ripetizione
  • Nessuno paga più tasse
  • Lo Stato centrale collassa sotto il peso dei suoi bonus

E cosa succede? Nascono tante micro-nazioni, tipo la "Repubblica Serenissima 2.0" o la "Corona Borbonica Napoletana Reloaded". E lì, qualcuno potrebbe pure eleggere un Re.

 Possibilità: 5% nel 2050, se continua così.

Rischi: più Principati che in Game of Thrones.


Ma quale Re? Chi lo vuole davvero?

Tra i papabili:

  • Un Savoia a caso, anche se sono più impegnati a litigare fra loro che a farsi incoronare.
  • Un influencer col mantello di Zara.
  • Il cane del Presidente, se continua a fare più simpatia della politica italiana.


“Ma se votiamo per la Monarchia?”

Nope.

Nemmeno con l’80%, né con l’Autan. La forma repubblicana è blindata, ermetica, più impermeabile del calendario Rai all’intelligenza.

 Solo se crolla tutto — Costituzione compresa — si può ridiscutere da zero.


 In sintesi (per chi ha fretta)

Il Re non torna finché l’Italia resta Repubblica.

La Monarchia può tornare solo se lo Stato muore, si spezza, o si resetta tutto come in un videogioco.

Nel frattempo, chi sogna un ritorno della corona può accontentarsi di Carlo III... su Netflix.

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