Sant’Anastasia – Tra fede, mestieri e sapori

Sant’Anastasia è un paese vesuviano dal fascino particolare, sospeso tra storia, fede e vitalità popolare. Il nome richiama Santo Nastiago, storpiato dalle trascrizioni di notai e archivisti dopo l'anno 1000, un santo di cui oggi non resta memoria, perché il vero patrono del paese è San Francesco Saverio, celebrato ogni 3 dicembre con devozione e partecipazione.


Il cuore religioso e identitario di Sant’Anastasia pulsa nella frazione di Madonna dell’Arco, celebre per il Santuario che richiama fedeli da tutta la Campania.

Ogni Lunedì in Albis si svolge la grande festa dei fujenti, anche detti "battenti", pellegrini che arrivano a piedi o addirittura scalzi, accompagnati da tamburi e bandiere colorate, dando vita a un evento che unisce sacralità e spettacolo popolare. A settembre, la comunità si stringe intorno alla Festa dell’Incoronazione, quando la processione solenne culmina con l’incendio del campanile, un gioco pirotecnico che illumina la notte e rinnova l’anima festosa del paese.

Il paese ha una storia di mestieri e commerci che lo caratterizza: qui vivevano abili artigiani del rame e dell’ottone, che per generazioni hanno saputo combinare manualità e senso pratico. Poi c'erano i rammarielli, che vendevano biancheria e altri oggetti a rate, rendendo accessibile l’eleganza anche alle famiglie più umili. 
Nel secondo dopoguerra alcuni abitanti riuscirono a prosperare grazie al commercio e all’intraprendenza.
Nacquero così dei nuovi ricchi, che portarono con sé un gusto marcato per l’ostentazione della propria ricchezza (la celebre riccanza anastasiana): ville imponenti e residenze arredate con gusto baroccheggiante, automobili prestigiose, dettagli scenografici che raccontavano il successo raggiunto ( abiti firmati,  accessori griffati). Questa evoluzione segnò anche l’urbanistica e l’atmosfera del paese, introducendo uno spirito vivace e a tratti spettacolare che ancora oggi caratterizza Sant’Anastasia.

La tradizione gastronomica locale trova il suo simbolo nel capretto anastasiano, un tempo allevato in masserie locali e oggi importato per lo più. Resta il piatto principe delle tavole festive, capace di raccontare in ogni boccone un pezzo dell’identità del territorio.

Visitare Sant’Anastasia significa immergersi in un intreccio di fede e folklore, tradizioni artigiane e nuove ricchezze, riti religiosi e sapori autentici. È un paese che vive di contrasti ma che proprio in questi contrasti trova la sua anima: devota e spettacolare, tradizionale e moderna, popolare e accogliente.

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