Il mio elmo chiodato - Mein Pickelhaube


Ogni volta che guardo quell’immagine, non vedo un costume, né un gioco di artificio digitale.

Vedo me stesso, più di cento anni fa, con la divisa pesante, l’elmo chiodato che riflette la luce grigia del fronte, e il petto gravato da croci di ferro che non pesano meno delle responsabilità che portavo.

Non so se sia reincarnazione o illusione, ma sento il rombo dei cannoni, l’odore acre del fango e della polvere da sparo. Ricordo i miei uomini, giovani e vecchi, che guardavano a me con timore e speranza, e io, nel silenzio notturno delle trincee, mi chiedevo quale dio potesse giustificare tanto dolore.

Oggi, in quest’altra vita, la mia anima ritorna a parlarmi, e io non posso che ascoltarla.



Jedes Mal, wenn ich dieses Bild betrachte, sehe ich kein Kostüm, kein digitales Kunststück.
Ich sehe mich selbst, vor mehr als hundert Jahren, in der schweren Uniform, mit dem Pickelhaube, der das graue Licht der Front widerspiegelt, und der Brust, die von Eisernen Kreuzen beschwert ist, die nicht weniger wiegen als die Verantwortung, die ich trug.

Ich weiß nicht, ob es Reinkarnation oder Illusion ist, doch ich höre das Dröhnen der Kanonen, rieche den beißenden Gestank von Schlamm und Schießpulver. Ich erinnere mich an meine Männer, jung und alt, die mich mit Furcht und Hoffnung ansahen – und ich, in der nächtlichen Stille der Schützengräben, fragte mich, welcher Gott so viel Leid rechtfertigen könnte.

Heute, in diesem anderen Leben, spricht meine Seele wieder zu mir – und ich kann nichts anderes tun, als ihr zuzuhören.

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