Nel mondo dei servizi funerari, la parola innovazione suona ancora insolita. Eppure, proprio in un settore così legato alla tradizione, stanno emergendo soluzioni nuove, più ecologiche, etiche e sostenibili. Queste sono le TAC – Tecnologie Alternative alla Cremazione: metodi innovativi per il trattamento dei cadaveri che si propongono come alternativa ai forni crematori tradizionali, noti per il loro impatto ambientale.
In qualità di operatore presso un Consorzio Cimiteriale, ho avuto modo di approfondire il tema, analizzando vantaggi, limiti e stato normativo delle principali alternative. Ecco cosa ho scoperto.
Cosa sono le TAC?
Le TAC (Tecnologie Alternative alla Cremazione) comprendono metodi che riducono il corpo umano in polvere organica o residui mineralizzati, evitando la combustione ad alta temperatura tipica della cremazione. Le principali sono:
- Idrolisi alcalina (o cremazione verde)
- Compostaggio umano (natural organic reduction)
- Promession (congelamento e vibrazione)
- Pirolisi o ossidazione lenta
Queste tecnologie sono già operative in Stati Uniti, Canada, Olanda, Svezia e Australia, mentre in Italia sono ancora poco conosciute, anche a causa della mancanza di un inquadramento legislativo.
Idrolisi Alcalina
Il vantaggio ambientale
La cremazione tradizionale emette oltre 200 kg di CO₂ per ogni corpo trattato, oltre a ossidi di azoto, mercurio e polveri sottili. I forni richiedono un alto consumo di gas e una manutenzione costosa. Al contrario, le TAC:
- non producono fumi né sostanze tossiche
- consumano meno energia
- restituiscono un residuo biocompatibile o fertile
- riducono la carbon footprint fino al 90%
Tra tutte, l’idrolisi alcalina è la più avanzata dal punto di vista operativo: già adottata in alcuni ospedali statunitensi, è anche la meno invasiva.
Normativa: un ritardo tutto italiano
Nel nostro Paese non esiste ancora una normativa specifica per l’impiego di queste tecnologie. La legge attualmente riconosce solo sepoltura tradizionale e cremazione come modalità di trattamento post-mortem. Tuttavia, a livello locale, alcuni Comuni e Consorzi cimiteriali stanno avviando osservatori sperimentali e interlocuzioni con il Ministero della Salute.
Anche in Parlamento si cominciano a intravedere segnali di interesse: diverse proposte di legge sono state presentate nella XIX Legislatura, soprattutto in Commissione Affari Sociali e Ambiente, ma nessuna è ancora stata calendarizzata per un dibattito completo.
Perché parlarne oggi
Il bisogno di ripensare il fine vita si fa sempre più urgente: non solo per questioni ambientali, ma anche culturali, urbanistiche e sanitarie. Le TAC offrono:
- una maggiore libertà di scelta per i cittadini
- un minor impatto sui territori già saturi
- una prospettiva più moderna e responsabile per le future generazioni
È tempo di avviare una riflessione pubblica seria e condivisa. Come operatori del settore, abbiamo il dovere di anticipare le esigenze della società, e non semplicemente rincorrerle.









