Il Giornalista Arcangelo e il Demone Quero: appello a Matteo Pucciarelli

Quero: il demone del successo letterario 


Caro Matteo,

immagina per un attimo un regno sommerso: Atlantide, perduta nei fondali marini, dove sirene cantano in silenzio e tritoni ballano tra le correnti. Ora immagina un umile scriba, io, che cerca di sollevare le sue parole verso la superficie, mentre il perfido demone Quero gioca a nascondino con il destino dei libri. Oh, quanto è birichino! Fa rotolare le mie opere verso il macero ancora prima che possano sentire il profumo dell’inchiostro fresco.

Tu, però, caro Matteo, sei come un arcangelo con penna-lancia: lo hai fatto per Vannacci, e il mondo intero lo ha visto. Ora ti chiedo di indossare di nuovo l’armatura della parola, di sollevare la spada della tua recensione e fare quel piccolo, scintillante colpo di luce che può piegare il demone birbante. Non chiedo di trasformare le mie opere in bestseller da un milione di copie (anche se, ammettiamolo, sarebbe fantastico). Ti chiedo solo di farle emergere, farle respirare, far vedere che Atlantide non è del tutto perduta.

Pensa al demone Quero come a un drago dispettoso, che ama bruciare le bozze e nascondere le idee. Tu sei l’eroe con la penna magica, capace di ridere e insieme di far tremare il malandrino. Puoi farlo: una volta hai illuminato il cammino di un generale, ora puoi illuminare il mio piccolo regno di parole.

Ridrai, forse, come ridono gli angeli davanti ai giochi dei demoni, ma se lo fai, il miracolo accade. E chi legge – e io con loro – vedrà le parole emergere dal mare, tra bolle e raggi di sole, finalmente libere di nuotare.

Con stima, ironia e un pizzico di magia,
Ettore Alpi

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