“Un paradiso abitato da diavoli.” Con questa immagine, ripresa da Torquato Tasso, Benedetto Croce descriveva l’Italia nel 1929. A distanza di quasi un secolo, quelle parole conservano una sorprendente attualità, tanto da sembrare scritte ieri.
L’Italia resta un paradiso. Non solo per la bellezza dei paesaggi, la varietà delle città d’arte, la profondità delle tradizioni culturali: il mondo continua a guardare a noi come a una culla di creatività e stile di vita. Basti pensare al successo globale del design, della cucina, della moda, fino alla forza del nostro patrimonio turistico, che è il più diffuso e capillare del pianeta.
Eppure, dietro questa facciata luminosa, Croce individuava le ombre. Parlava di improvvisazione, di opportunismo, di scarsa serietà civile: parole che suonano dolorosamente familiari anche oggi. Lo si vede nella lentezza delle riforme, nei ritardi cronici delle infrastrutture, nella difficoltà a gestire emergenze come il dissesto idrogeologico o i trasporti pubblici. Lo si avverte nella politica, spesso più attenta al consenso immediato che alla costruzione di visioni di lungo periodo. E lo si riscontra nella società civile, dove il “particulare” di guicciardiniana memoria prevale ancora sul senso di comunità.
È come se l’Italia vivesse costantemente in bilico tra due nature opposte: geniale e fragile, splendida e caotica, grande nelle idee ma debole nelle istituzioni. Il nostro talento individuale non riesce a tradursi in forza collettiva. Creiamo eccellenze isolate, ma fatichiamo a fare sistema.
Croce non lanciava una condanna, bensì un appello alla consapevolezza. Amare l’Italia significa non nasconderne i difetti, ma guardarli in faccia e provare a superarli. È un messaggio che resta valido oggi: non basta vivere in un paradiso, occorre dimostrare di esserne degni.
L’Italia del XXI secolo, di fronte alle sfide della globalizzazione e della transizione ecologica, ha bisogno di un salto di qualità civile: meno furbizia, più responsabilità; meno improvvisazione, più serietà. Solo così il paradiso potrà liberarsi, almeno in parte, dei suoi diavoli.
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