Badoglianesimo senza colore: il potere trasversale in Italia

In Campania, la destra badogliana ha trovato una sua forma moderna e meno dichiarata. Qui il potere non si conquista solo con ideologia, ma con relazioni, clientele e capacità di tessere reti di protezione intorno a sé. Il centro-destra tradizionale ha faticato a radicarsi, e così la destra moderata di stampo badogliano si è infiltrata nei gangli del potere locale: comuni, province e enti regionali, dove l’abilità nel mantenere privilegi e status quo conta più dei programmi politici. Napoli e i centri urbani mostrano una destra più moderna, spesso berlusconiana o post-fascista, ma nelle province interne come Avellino o Benevento il conservatorismo istituzionale sopravvive sotto mentite spoglie, travestito da efficienza amministrativa e garanzia di stabilità.

In Puglia, la situazione non è molto diversa. Le città costiere oscillano tra centro-sinistra e destra moderna, ma nelle zone interne e più rurali il badoglianesimo trasversale prospera. Qui il conservatorismo non ha bisogno di monarchia o nostalgia storica: è una cultura del potere, una pratica quotidiana di gestione delle posizioni e di protezione dei propri alleati. Le cooperative, gli enti pubblici locali e le amministrazioni municipali diventano strumenti per perpetuare la rete di influenza e garantire continuità.


La Toscana, pur essendo storicamente rossa, non è immune. Nelle aree rurali e in certe élite cittadine, il badoglianesimo si manifesta nella protezione dei privilegi accademici, amministrativi o professionali. Siena, Arezzo, Grosseto e alcune zone della Valdera conservano tracce di quel conservatorismo istituzionale che predilige la stabilità e il mantenimento del potere più che l’innovazione o il rinnovamento. Qui, come altrove, l’apparato funziona come un organismo a sé stante, impermeabile ai colori e fedele al principio di fondo: chi detiene posizioni di comando le mantiene a ogni costo.

E poi c’è l’Emilia-Romagna, terra simbolo del badoglianesimo al contrario. Una sinistra storica che si definiva rivoluzionaria e portatrice di cambiamento ha finito per incarnare lo stesso conservatorismo che criticava. Le stesse dinamiche di protezione del potere, delle poltrone e delle clientele che un tempo si attribuivano alla destra si manifestano oggi in un apparato di governo solido, capace di resistere a ogni crisi, di adattarsi a qualsiasi mutamento elettorale e di perpetuare interessi consolidati. È il badoglianesimo trasversale, senza bandiera, che dimostra quanto il potere, al di là dei proclami, sia sempre uguale a se stesso.

In tutta Italia, insomma, il badoglianesimo non è più un fenomeno di destra. È una tecnica di sopravvivenza politica, una cultura del privilegio che attraversa territori, colori e ideologie. La Campania, la Puglia, la Toscana e l’Emilia-Romagna mostrano ciascuna un volto diverso di questo stesso principio: chi governa protegge se stesso, chi controlla le leve istituzionali perpetua la propria influenza, e chi osserva comprende che la politica italiana è molto più pragmatica di quanto le etichette possano suggerire.

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