Il Sonno Infinito

Ogni essere umano, prima o poi, si confronta con l’inevitabile: la morte. E con essa, la domanda eterna: cosa c’è oltre il confine della vita? Le religioni rispondono con simboli, promesse e mondi ultraterreni; la scienza osserva e tace, annotando solo che il corpo cessa di vivere.
Il Sonno Eterno di Santo Varni ( Cimitero Monumentale di Milano)


Non esistono prove tangibili dell’anima o dello spirito, e in alcune tradizioni queste sarebbero due entità distinte, ciascuna con il proprio mistero insondabile. Ci sono racconti di premorte, di chi sembra aver attraversato la soglia e poi tornato, ma restano sospesi tra sogno e memoria, echi di un regno che sfugge alla ragione.

Eppure, rimane il quesito più profondo: come può dissolversi nel nulla ciò che chiamiamo coscienza, quella luce che illumina il nostro mondo interiore? Forse la morte è un sonno eterno, privo di sogni, simile alle profondità più oscure del sonno notturno, quando il mondo svanisce e noi ci ritroviamo immersi in un silenzio così assoluto da diventare palpabile.

In quel silenzio, il tempo si scioglie come neve al sole, ogni attimo perde peso, e ciò che eravamo si dissolve in un abisso senza confini. Eppure, in questa dissoluzione totale, c’è una sorta di bellezza crudele: un vuoto che respira, un oblio che ha la precisione di una carezza. Forse il sonno infinito non è perdita, ma metamorfosi; un ritorno all’essenza primordiale, un silenzio così puro da trasformarsi in libertà assoluta.

E così, nel cuore del nulla, senza respiro né forma, rimane soltanto un’eco lontana: l’ombra di chi siamo stati, un riflesso fragile e tremolante, come la luce di una stella morente, che continua a brillare per un istante oltre l'infinito. 

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