Religione contro Occidente: quando la Chiesa Ortodossa e il Mondo Mussulmano diranno No alla Babilonia occidentale e i suoi nuovi amori LGBTQ

Negli ultimi decenni, la richiesta delle coppie LGBTQ+ di poter celebrare i propri matrimoni anche in ambito religioso ha acceso un dibattito profondo. Per molti, il matrimonio non è solo un contratto legale, ma un sacramento, un riconoscimento spirituale e comunitario che non può essere sostituito da una semplice firma in Comune.


Perché non basta la legittimazione civile?

Per le persone credenti, il matrimonio religioso rappresenta un’unione davanti a Dio, non solo davanti alla legge. È il desiderio di una piena dignità, anche spirituale, che va oltre la tolleranza: è una richiesta di accoglienza, di integrazione nel cuore vivo della fede.


Perché molti ostacoli sembrano insormontabili?

Molte religioni — in particolare quelle abramitiche — basano il concetto di matrimonio su una visione tradizionale: uomo e donna uniti anche in vista della procreazione. Questa concezione non è solo culturale, ma dottrinale. Cambiarla significa, per molti credenti, toccare l’essenza stessa della fede.

Inoltre, le religioni spesso rivestono un ruolo conservatore: sono viste come custodi della verità eterna, non come istituzioni fluide e riformabili. In questo contesto, la pressione esterna è vissuta come minaccia o imposizione, generando reazioni di chiusura o rigetto.


Il mondo islamico e la questione LGBTQ+

Nei paesi dove l’Islam ha una funzione normativa (Iran, Arabia Saudita, Afghanistan, ecc.), l’omosessualità è considerata peccato grave, spesso anche reato. In questi contesti, immaginare un matrimonio gay in luoghi come La Mecca o Teheran è oggi impensabile.

Eppure, anche nell’Islam esistono voci dissidenti o reinterpretative, spesso emarginate o perseguitate. Ma il cambiamento, in questi casi, è quasi clandestino, più vicino a un’espressione privata che a una trasformazione pubblica e condivisa.


Chiesa Ortodossa e civiltà tradizionali: verso uno scontro simbolico

La Chiesa Ortodossa, così come molte altre realtà religiose radicate in culture tradizionali, guarda con sospetto alle rivendicazioni LGBTQ+. In Russia, ad esempio, l’alleanza tra potere politico e religione si fonda su un’identità nazionale in cui il matrimonio “naturale” è visto come un baluardo contro l’Occidente decadente.

La narrativa anti-occidentale si rafforza proprio grazie all’avanzamento dei diritti LGBTQ+: ciò che in Europa viene celebrato come progresso, altrove diventa il simbolo della “Babilonia moderna” da rifiutare, se non da distruggere.


Oltre il rifiuto: il rischio di un desiderio di annientamento

L’affermazione dei diritti LGBTQ+ in Occidente è percepita, in molte culture non occidentali, non come un progresso, ma come una provocazione morale. Alcuni movimenti fondamentalisti leggono questo processo come il segno di una civiltà decadente, immersa nei propri vizi, simile a Sodoma, Gomorra o Babilonia: città punite, secondo i testi sacri, per l’orgoglio, l'immoralità e la ribellione ai comandamenti divini.

In questi ambienti, il confronto con l’Occidente non è più solo culturale o politico, ma apocalittico: si radica la convinzione che la civiltà occidentale vada rifiutata, combattuta e, se possibile, cancellata. Questo è il vero rischio di una “crisi di rigetto” globale: che il conflitto valoriale si trasformi in un desiderio ideologico di distruzione, motivato da una visione religiosa del castigo e della purificazione.


Conclusioni

Il mondo cambia, ma non tutto cambia allo stesso ritmo. Se alcune confessioni cristiane stanno lentamente affrontando la questione LGBTQ+ con strumenti teologici e pastorali nuovi, altre religioni — e interi blocchi culturali — oppongono una resistenza che va oltre il dibattito razionale: è una questione di identità, di visione del mondo, persino di salvezza.

In questo scenario, il vero rischio non è solo il conflitto di idee, ma lo scontro di civiltà travestito da battaglia morale. Serve più che mai un dialogo profondo, capace di evitare che il rispetto delle differenze diventi odio per l’altro.



Nessun commento:

Posta un commento

Morti di serie A, cadaveri di serie B

È curioso come la morte, che dovrebbe essere la grande livella, finisca sempre per essere usata come un manganello ideologico. Gianpaolo Pan...