Quando mi chiedono perché, ancora oggi, l’umanità sembra scegliere Barabba invece di chiudersi nella legge e nel rigore, penso a una fila di auto che, ogni fine settimana, attraversa la frontiera tra il Brunei e la Malesia, diretta verso la città di Miri.
Il Brunei è un piccolo Sultanato incastonato nell’isola del Borneo, un territorio immerso nelle foreste tropicali dell’Asia sudorientale. È circondato dalla Malesia, uno stato più grande, ma entrambi condividono una religione dominante: l’Islam sunnita.
Nel decennio passato, il Sultano Hassanal Bolkiah ha imposto la sharia, la legge islamica più severa, applicata direttamente dal Corano, con punizioni che vanno dalle amputazioni alle lapidazioni. I cittadini del Brunei si sono adattati a questo rigido regime morale, almeno in apparenza.
Eppure, appena oltre il confine, a Miri, la vita scorre in modo molto diverso. Anche la Malesia è a maggioranza musulmana, ma la sua interpretazione della fede è meno severa: ci sono locali notturni, bar, alcool, e persino spazi sicuri per la comunità LGBTQ+. Qui la religione convive con la vita e la libertà personale.
Come i nuotatori che risalgono in superficie dopo un lungo trattenere il respiro sott’acqua, i cittadini del Brunei ogni weekend fuggono verso Miri per respirare aria di libertà.
Questa scelta – quella di Barabba, simbolo storico del compromesso umano, della fuga dalla legge severa – continua anche oggi. Non sorprende che in molte parti del mondo, dall’Iran all’Italia rinascimentale, la gente scelga la libertà, anche a costo di sfidare il potere religioso e morale.
A Firenze, molti assistettero al rogo di Savonarola: un predicatore che impose un rigore morale quasi teocratico, ma che fu prima impiccato, poi bruciato, e infine gettato nell’Arno. La sua fine violenta è l’eco storica di quel conflitto eterno tra libertà e dogma, tra carne e spirito, tra Barabba e il Cristo.
Barabba è la rappresentazione dell’umanità che preferisce la vita con tutti i suoi limiti e desideri, piuttosto che la legge rigida che nega il piacere e la libertà.
Per questo, non smetteremo mai di vedere Barabba camminare tra noi.
Chi tira linee dritte con il righello finisce male in mezzo a chi traccia solo linee curve.
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