In politica non basta vincere. La storia ci insegna che senza un’identità forte, ogni vittoria si trasforma in un pasticcio, un’“ammucchiata” elettorale buona solo per mettere insieme pezzi inconciliabili e tirare a campare. Lo vediamo bene nei Comuni con più di 15.000 abitanti, dove la legge elettorale finisce per premiare le alleanze a tavolino più che i progetti reali per le città. Una logica che distrugge la coerenza, la governabilità e, soprattutto, la fiducia dei cittadini.
Ma il problema è più profondo. Esistenziale, verrebbe da dire. Riguarda chi siamo diventati e chi potremmo essere, come popolo e come campo politico. In particolare, riguarda una Sinistra che ha smarrito se stessa, che ha rinunciato a rappresentare gli ultimi e si è rifugiata nei salotti, nelle fondazioni, negli editoriali “con la puzza sotto il naso”.
Il Partito Democratico: da De Benedetti a Biden
Il Partito Democratico italiano è ormai percepito da molti come espressione di poteri esterni, più attenti agli equilibri globali che alle tensioni reali della società italiana. Dalle lobby internazionali alle connessioni con il Partito Democratico statunitense, passando per figure come De Benedetti, il PD sembra sempre più scollegato dalla fatica quotidiana delle persone comuni. Siamo arrivati al paradosso per cui la Sinistra italiana ha finito per rappresentare interessi sovranazionali, in alcuni casi perfino contigui a circuiti elitari e massonici.
In questo scenario, l’Italia diventa una cassa di risonanza della politica americana. Quando governano i liberal negli USA (Obama, Biden), si impone anche da noi una certa agenda progressista. Quando tocca ai repubblicani (Bush, Trump), ecco il vento sovranista soffiare forte anche in Europa. L’Occidente si specchia in uno schema binario, una guerra fredda culturale che cancella le sfumature, le esperienze locali, la capacità di pensiero autonomo.
Perché la Sinistra genera la Destra?
Un fatto storico curioso e inquietante: molti leader della Destra contemporanea vengono dalla Sinistra. Mussolini fu direttore dell’“Avanti!” prima di fondare i fasci di combattimento. Berlusconi fu pupillo politico di Bettino Craxi, socialista. E oggi Marco Rizzo, ex comunista convinto, si muove verso un sovranismo di sinistra che sfugge a ogni etichetta tradizionale.
Viene da chiedersi: perché è quasi sempre la Sinistra a generare la Destra? Perché dalla Sinistra nascono i mutamenti profondi, i tradimenti, le inversioni di marcia, mentre la Destra raramente produce un figlio ideologico ribelle che si sposti a sinistra? Forse perché la Sinistra è in crisi permanente di identità, mentre la Destra, almeno in Italia, ha sempre saputo cosa non è: comunista, statalista, internazionalista.
Dove sono gli ultimi?
Una volta era la Sinistra a occuparsi delle periferie, dei poveri, degli emarginati. Oggi, troppo spesso, quegli stessi esclusi votano per la Destra, o peggio, non votano affatto. La Sinistra ha smesso di ascoltarli, persa tra il politicamente corretto e le battaglie identitarie scollegate dalla realtà del lavoro, dell’affitto, della bolletta.
In questo, la Chiesa cattolica dà una lezione. Con tutte le sue contraddizioni, ha saputo rinnovarsi, mantenendo un rapporto con il popolo. Papa Francesco parla agli ultimi, non ai convegni internazionali. Anche Papa Leone, in altri tempi, trovava ascolto tra i teologi della liberazione. La Sinistra, invece, sembra incapace di fare un bagno di umiltà e tornare a sporcarsi le mani nel fango del reale.
Una nuova via: senza rivoluzioni, ma con verità
La Sinistra non può aspettare che la situazione economica precipiti per ritrovare consenso. Non possiamo auspicare rivolte per il pane: quando un popolo è costretto alla fame, è già troppo tardi. Serve una nuova consapevolezza, un percorso identitario che parta da ciò che si è stati, da ciò che si è oggi, e che punti con coraggio a ciò che si potrebbe essere.
Non servono più bandiere, ma volti. Non slogan, ma ascolto. Non formule ideologiche, ma umanità radicata nella realtà sociale.
Conclusione
Forse è arrivato il momento di smettere di fingere che il campo progressista possa ancora vivere di rendita. I tempi cambiano. Le persone cambiano. Le periferie parlano. E se la Sinistra non le ascolta, qualcun altro lo farà. Anche a costo di cambiare completamente il volto di questo Paese.
Nessun commento:
Posta un commento